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Jacopo Risaliti

jacopo risaliti

inaugurazione 21 marzo 2024

Jacopo Risaliti (Prato PO, 2001) studia e vive tra Bologna e Prato. Il suo lavoro si immege in una ricerca di gesti ripetuti del montare e dello smontare, relazionandosi tra corpo e tempo. Affrontando temi come l’attitudine dello sguardo, luoghi di osservazione, il gesto lento, l’essenziale e l’attesa, attua un’indagine ecosistemica.
Da questa esperienza personale, legata alle sensazioni fisiche e all’interazione con lo spazio, emergono riflessioni sulle convenzioni radicate nell’esperienza corporea.
Realizzando costruzioni che armonizzano conservazione, traformazione e continuità, attraverso l’utilizzo di diversi media, predilige installazioni specifiche di un sito e gesti performativi che includono la struttura dell’ambiente, sculture e progetti disegnati.

Nell’arco degli ultimi due anni realizza un’opera site specific presso il Parco Naturale della Maremma, a seguito della residenza “Dune – Arti-paesaggi-utopie” a cura di Giorgio Zorcu svolta nell’area La Femminella a Principina a Mare (GR).
Partecia a diverse mostre collettive tra cui “Impressione di un riparo liquido” presso DAS (Dipartimento arti sperimentali), Bologna, a cura di Federica Amatuccio, “The waste of land/La Terra Devastata” presso il ridotto del Teatro Masini di Faenza (RA). Inoltre espone presso la galleria Studio la Linea Verticale, Bologna, nella mostra “Geometria d’immersione” e successivamente nella bipersonale “Virtati l’ha nel foho”. In collaborazione con il collettivo WUXU, per la terza edizione del Festival della Seta, organizza il workshop “La città e i suoi monumenti: la costruzione della memoria individuale nello spazio pubblico”, presso il cortile del Museo del Tessuto di Prato.

jacopo risaliti
jacopo risaliti arnia33

La stanza, concepita nello sguardo tra interno ed esterno, trae ispirazione dalle tre finestre che fanno da ponte tra il mondo esterno e l’interno, in un ciclo nictemerale di luci e ombre tra dentro e fuori.
Il cinguettio dei merli si trasforma in una pittura gregoriana incisa su uno spartito musicale, intarsiato nel legno, adagiato in una cornice all’angolo della sala. Questa melodia si estende lungo i confini del perimetro diffondendosi con un pavimento che, in una linea curva, unisce i due angoli della stanza, fungendo da pedana di raccoglimento.
Qui il sole e la luna danzano, provocando un’atmosfera mutevole, giocando a sconvolgere i confini della stanza. Portando fuori il dentro e dentro il fuori.

Il primo passo, letteralmene, prima di entrare nella sala, è un comando. “L’entrata in questa sala è consentita solo con un tempo di permanenza superiore a nove minuti”. Il tempo – 9 minuti – lo spazio.

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Rocca Albornoz Narni
Via di Feronia 1, Narni (Terni)

ORARI

Da aprile a ottobre
Aperti dalle 10:00 alle 19:00
Chiusi il martedì

Da novembre a marzo
Lunedì e venerdì: 10:00-13:00
Sabato e domenica: 10:00-17:00
Chiuso dal martedì al giovedì